Arcobaleno: simbolo di pace?

Arcobaleno sul lago

Arcobaleno sul lago (si noti la sequenza col rosso sul profilo esterno e il violetto all’interno dell’arco)

In un lucido articolo sul Corriere della Sera del 27 marzo 2003, Ernesto Galli della Loggia osservava come la bandiera dell’arcobaleno, che sventola su tutti i cortei che percorrono le città italiane, rappresenti molto di più che una semplice bandiera della pace: essa, almeno in Italia, è la bandiera della nuova sinistra, il vessillo che sta soppiantando la bandiera rossa di un tempo.
Ma quale è il significato profondo del nuovo simbolo pacifista?
Si tratta, com’è noto, di una bandiera a bande colorate orizzontali che dovrebbero rappresentare l’arcobaleno, segno biblico di pace tra Dio e l’Uomo(1). Tuttavia, poiché i promotori del pacifismo sono, per dire il meno, del tutto aconfessionali, e poiché in quella bandiera i colori dell’arcobaleno sono stranamente riportati alla rovescia(2), viene il sospetto che il significato di quel simbolo sia ben diverso.
Non sarebbe questo il primo caso di rovesciamento dei simboli per rovesciarne il significato: i satanisti, ad esempio, usano rovesciare la croce, e non lo fanno certo per onorare il simbolo della Passione di Cristo!

LA REALTA’

In ogni caso, la scelta di quel simbolo non deriva certo dalla Bibbia: l’origine prossima pare risalire alla Società Teosofica, setta gnostica e orientaleggiante fondata nel 1875 da Helena Petrovna Blavatskij, una medium russa che si diceva portavoce di “potenze superiori occulte”, si considerava alfiere del socialismo internazionale e pretendeva di instaurare una super-religione della pace universale(3).
Molto più tardi, l’arcobaleno divenne simbolo della galassia settaria detta New Age, che annunciava la fine dell’era cristiana dei Pesci e l’avvento dell’era dell’Acquario, nella quale la pace dovrebbe essere prodotta dall’universale fratellanza anarchica ed ecumenica.
Nel 1978, l’arcobaleno fu ridisegnato rovesciato dall’artista Gilbert Baker quale simbolo del movimento omosessuale statunitense e, da allora, tale bandiera garrisce nello “storico” enclave gay in un quartiere di San Francisco.
E dal 2003, secondo il segretario del partito radicale dell’epoca, anche in Italia quella bandiera esprime la liberazione del movimento omosessuale(4).
Ben diverso dal falso arcobaleno pacifista è il vero arcobaleno biblico, il quale, come insegnava papa Pio X, già allora prefigurava il ruolo di Maria come mediatrice di pace tra Dio e l’Uomo: “In mezzo a questo diluvio di mali ci si presenta dinanzi agli occhi, simile all’arcobaleno, la Vergine clementissima, quasi arbitra di pace tra Dio e gli uomini: Pongo il mio arcobaleno nelle nubi, affinché sia il segno del patto che ho stipulato con la Terra (Gn. 9. 13). Imperversi pure la tempesta
e s’infoschi il cielo, ma nessuno se ne sgomenti. Alla vista di Maria, Dio si placherà e perdonerà: quando l’arcobaleno svetterà sulle nubi, io, guardandolo, mi ricorderò del patto sempiterno (gn. 9. 16)” (5).
“Il dono della pace è al centro della profezia di Fatima, in cui la Madonna afferma che il mondo è di fronte a un bivio cruciale: vi sarà pace solo se gli uomini si convertiranno e saranno esaudite le richieste del Cielo, comprendenti la consacrazione della Russia al Cuore di Maria e la comunione riparatrice nei primi cinque sabati del mese, altrimenti, la Russia diffonderà nel mondo i suoi errori, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa: «… i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate, infine, il mio Cuore Immacolato trionferà! Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace». La Russia si è autodissolta ma i suoi errori si sono propagati nel mondo intero e oggi hanno un loro simbolo nell’arcobaleno pacifista, che proclama una pace senza giustizia e senza libertà. L’arcobaleno cristiano, il Regno di Maria profetizzato a Fatima, nasce invece, come ogni vera pace, dalla preghiera, dalla lotta contro satana e dal sacrificio”(6).
Recentemente, è apparsa in pubblico una variante della bandiera in oggetto, la quale presenta la fascia color violetto stranamente spostata fra il verde e l’azzurro: non vorrà per caso, tale modifica, simboleggiare il primo passo del disordine che seguirà il rovesciamento dei valori espresso dal rovesciamento dei colori dell’arcobaleno?


  1. Secondo l’Antico Testamento, dopo la punizione dell’Umanità corrotta a mezzo del diluvio universale, Dio avrebbe posto in celo l’arcobaleno quale segno di pace tra Sè e gli Uomini.   Come è noto (e facilmente verificabile) l’arcobaleno è formato da sette bande coi colori dell’iride, i quali sono prodotti dalla rifrazione della luce nel pulviscolo acqueo particolarmente denso nell’atmosfera dopo un forte temporale o sopra una cascata. La sequenza di detti colori è rigidamente e immutabilmente determinata dalla loro diversa lunghezza d’onda, pertanto, partendo dall’alto essi  sono: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto; ai margini dell’arcobaleno, poi, ci sono le bande invisibili del-l’infrarosso (in alto) e dell’ultravioletto (in basso).
  2. Nella bandiera in oggetto, infatti, la posizione delle bande colorate è invertita, con il rosso posto alla base di tutta la serie.    Ovviamente, tale sequenza non ha nulla a che vedere con quanto avviene in natura (nell’ordine posto dal Creatore, secondo i Credenti) poiché, essendo la componente rossa della luce la meno deviata dalla rifrazione, essa si presenta sempre in alto, sul margine esterno dell’arco dell’iride, mentre la componente violetta, che presenta la massima deviazione, è situata forzatamente in basso, sul margine interno dell’arco.
  3. Storicamente, una bandiera arcobaleno fu usata nella Guerra dei contadini tedeschi nel XVI secolo come segno di una nuova era di speranza e cambiamento sociale. Le bandiere arcobaleno sono anche state usate per rappresentare il Tawantin Suyu o Territorio Inca, in Perù ed in Ecuador, e come simbolo del movimento Cooperativo; inoltre, sono state usate dallo Oblast autonomo ebraico e da alcune comunità di Drusi in Medio Oriente (da Vikipedia, Internet).
  4. Notizia riportata dal quotidiano Libero del 27 marzo 2003.
  5. Enciclica del 2 febbraio 1904 Ad diem illum laetissimum di San Pio X.
  6. Da Corrispondenza romana del 29 marzo 2003, n. 902.

 

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