FINALMENTE IL CLIMA È CAMBIATO

La scorsa estate, al termine di una mia conferenza sulle Cause Reali delle Mutazioni Climatiche, uno dei presenti, appassionato ambientalista e acceso sostenitore della teoria sull’Effetto Serra, si presentava con nome, cognome e professione (medico nel locale Ospedale) e respingeva in toto le mie argomentazioni.
Alle mie ripetute richieste di esporre le sue obiezioni, al fine di discuterne dato che il nostro programma è Discutiamo la Scienza, quella persona rifiutava di dire la sua perché la validità della Teoria sull’Effetto Serra è sostenuta dalla stragrande maggioranza degli Scienziati di tutto il mondo ed è confermata dalla mitezza dello scorso inverno e dalla calura dei mesi estivi dell’anno in corso (2.017)[1], cosicché metterne in dubbio i fondamenti scientifici (che rifiutava di enumerare) significava addirittura essere dalla parte dei grandi produttori di CO2 responsabili del riscaldamento globale in atto.
Di fronte a tale deciso atteggiamento di chiusura mentale non c’era niente da fare: non mi restava perciò che rispondere ad alcune domande avanzate da altre persone (che tuttavia non riuscirono a riscaldare il clima del dibattito) e chiudere quell’incontro che, differenza di altre serate assai più vivaci, si concludeva in tono minore.
All’esterno della sala delle conferenze, però, l’interesse dei convenuti per l’argomento si riaccese, così qualcuno mi fece notare che, non essendo uno scienziato del clima, quel medico disturbatore era un semplice appassionato, le cui convinzioni senza prove non avevano alcun peso dato che, come insegna la Storia della Scienza, non sono i Titoli che garantiscono la credibilità delle persone, ma sono le argomentazioni basate sui fatti che garantiscono il progresso della Conoscenza.
Quei discorsi mi rincuorarono, così decisi che, se mi fossi imbattuto in un altro disturbatore di quel genere, avrei saputo come difendere la serena atmosfera delle serate…
Alcuni mesi più tardi, si era già nel mese di novembre del 2017, appresi da una rubrica televisiva che le Balene erano praticamente scomparse dal mar Tirreno, area che negli ultimi decenni avevano frequentato sempre più numerose per il nutrimento estivo, e il fatto sembrò non preoccupare i Biologi marini, tanto che su INTERNET essi continuavano a pubblicare i trionfalistici resoconti degli avvistamenti[2].
Ebbene, l’esodo delle balene dal Tirreno era seguito dall’arrivo in zona di spece ittiche tipiche dei climi temperati-caldi, come il grande Squalo Bianco, la Verdesca e, di recente, il Mako (raro squalo di acque calde) e ciò, in base alle mie tesi sulle Cause Reali Delle Mutazioni Climatiche, mi fece pensare che nel Bacino Mediterraneo dovevamo essere alla vigilia di un deciso cambiamento del Clima, e non verso un caldo torrido, come qualcuno si azzardò a proporre per l’arrivo degli squali testè elencati.
Le mie impressioni sembrarono confermate quando una giovane balena si arenò sfinita sulla costa toscana e, mentre nessuno si muoveva per analizzare le cause del suo decesso, il povero animale finì con l’andare in disfacimento tra il rimpallo di competenze dei diversi Enti.
Riferite le mie convinzioni a varie persone interessate all’andamento del Clima, dovetti spiegare loro il perché di quelle mie (azzardate per alcuni) previsioni, e ciò mi suggerì l’idea di riportare il tutto sul nostro Sito Internet, per consentire ai nostri Amici di verificarne la fondatezza.
Innanzitutto dunque, ricordiamo che la piovosità sulle nostre Regioni è andata diminuendo progressivamente negli ultimi decenni proprio in corrispondenza dell’aumento dei Cetacei nel Tirreno: poi ricordiamo che le Balene si nutrono del Krill, l’immensa riserva di larve e di micro-crostacei che si nutrono del Plankton, la componente animale del quale, lo Zooplankton, si nutre della componente vegetale, il Fitoplankton, il quale è costituito da microalghe alimentate dalle sostanze minerali immesse nelle acque marine dall’attività idrotermale, e spesso anche effusiva, operata dal centinaio di vulcani attivi sul fondo del Tirreno.
Ma…- si dirà – come c’entra tutto questo col clima del Mediterraneo?
C’entra eccome!… State a sentire.
Come abbiamo ampiamente dimostrato nello studio sul Clima pubblicato anni fa su questo stesso Sito, l’attività idrotermale prodotta dai vulcani sottomarini immette nelle profondità marine incalcolabili masse di acqua caldissima (ad oltre 400 gradi!) la quale, essendo fortemente espansa a causa della sua temperatura (ed essendo perciò leggerissima) schizza verso l’alto disperdendo per via la propria carica termica, che a sua volta riscalda altre crescenti masse di acqua coinvolgendole nella risalita.
Conoscendo la grande conducibilità termica dell’acqua, è facile immaginare la quantità crescente di essa che viene trascinata verso l’alto, ma altrettanto facile è immaginare quanto rapidamente essa veda scemare la propria temperatura per la diffusione della sua energia termica nell’ambiente acqueo circostante: e difatti, avviene che l’acqua in risalita giunga in prossimità della superfice conservando solo un residuo della temperatura iniziale, la quale risulta inferiore a quella delle acque superficiali… così, pressata dalla continua risalita di altra acqua, essa deve forzatamente diffondersi sotto la medesima superfice, con le cui acque si mescola poi per attrito abbassandone perciò la temperatura[3].
Il corso di questi fenomeni, dunque, produce sulla superfice del Tirreno una vasta area di acqua più fresca rispetto al resto del mare circostante, area fresca che, bloccata ad Ovest dalla Sardegna e dalla Corsica, sotto la spinta di una Corrente marina proveniente dall’Atlantico si estende verso Nord, portando nel Mar Ligure le proprie acque ricche di Plankton e di Krill ed instaurandovi le condizioni che, a detta degli Ambientalisti marini, di questo mare hanno fatto la Casa di Villeggiatura dei Cetacei più grandi del Mediterraneo.
Ora, certo qualcuno ricorderà le ripetute delusioni causate negli ultimi tempi dalle perturbazioni atlantiche, le quali secondo i Meteorologi dovevano portare sulle nostre assetate Regioni la tanto agognata pioggia o la neve, e che invece, giunte sul Mediterraneo occidentale, deviavano quasi sgommando verso Nord portando la pioggia e la neve a Nord delle Alpi: ebbene, quelle repentine deviazioni, che contraddicevano le previsioni meteo basate esclusivamente sugli studi atmosferici, erano causate dal robusto bastione generato dall’aria che, raffreddata dalla fresca temperatura del mare, si appesantiva al suolo per fare spazio ad altra aria in discesa dall’alto, la quale generava in tal modo una Corrente Discendente con moto rotatorio in senso orario, moto tipico dei nuclei di Alta Pressione!
Dunque, era la forte attività idrotermale sul fondo del Tirreno che generava le condizioni di Alta Pressione che provocavano il clima arido che ha caratterizzato l’anno 2017, e nel contempo, quella medesima attività produceva la fertilità delle acque dello stesso mare, a cui si doveva la cospicua presenza di Cetacei nella loro cosidetta casa di villeggiatura.
Quando poi, per qualche motivo, quell’attività idrotermale è cessata (o si è notevolmente affievolita) si è altrettanto notevolmente ridotta la fertilità delle acque, fenomeno a cui si deve la forte riduzione del Krill che ha fatto allontanare le Balene: solo una di quelle è rimasta, attardandosi forse perché troppo giovane per capire quand’era ora di sloggiare e, sfinita per la penuria di viveri, è venuta a spiaggiarsi sulla costa della Toscana sperando forse nel soccorso dell’Uomo come era avvenuto già varie volte in altri mari, soccorso che però non è venuto perché gli esperti non hanno saputo comprendere le cause reali della sua resa letale.
E quando quell’attività idrotermale è cessata (o si è notevolmente affievolita), ha subito un progressivo rallentamento[4] anche il meccanismo che originava ed alimentava il robusto bastione anticiclonico che, deviando le perturbazioni atlantiche verso il Centro Europa, impediva la loro corsa verso le nostre Regioni, cosicché finalmente ora possiamo godere della neve (caduta in abbondanza nell’inverno del 2018) e della pioggia (invero talvolta eccessiva), tanto che entrambe le precipitazioni sono avviate a ripristinare le scorte d’acqua e l’equilibrio idrogeologico del nostro territorio fortemente compromesso dalla crescente siccità degli ultimi anni.
Ma sarà proprio così?… Al Futuro la risposta sicura!


[1] Tale atteggiamento di rifiuto al confronto delle idee è tipico delle persone abituate ad imparare a memoria gli argomenti senza tuttavia comprenderli, cosicché non sono in grado di sostenere un dibattito sulla materia in oggetto.

[2] Va detto però, che il Golfo Ligure è frequentato dai Cetacei soprattutto nei mesi estivi, cosicché il loro esodo autunnale da quell’area potrebbe forse rientrare nella normalità.

[3] Ricordiamo che la Rotazione Terrestre gioca un ruolo fondamentale nel processo che stiamo descrivendo: a grande profondità, infatti, le acque compiono una circonferenza del pianeta più breve rispetto a quella che poi sono costrette a compiere in superfice, cosicché per inerzia esse si attardano verso Ovest scorrendo sotto le acque superficiali con le quali poi si mescolano abbassandone la temperatura.

[4] I cambiamenti della temperatura e della fertilità dei mari non sono mai immediati, ma costituiscono processi spesso assai lunghi, i quali, evitando gli sbalzi traumatici, consentono alla Natura di adeguarvisi.