Come già ho avuto modo di ricordare in altre occasioni, capita a volte di notare delle sviste degli studiosi quando, nelle loro opere, parlano di cose che esulano dalla loro specifica competenza.
Il settore in cui sembra che i nostri addetti ai lavori cadano più spesso in errore è quello della zoologia: lupi scambiati per cavalli, cervi per stambecchi, capri per tori e così via, sono cose che capita abbastanza frequentemente di notare anche su testi importanti.
«Data l’approssimazione di certe immagini – si dirà – è facile cadere in fallo!»
È vero… che a volte il riconoscimento dei soggetti sia reso problematico dall’approssimazione di certe figure o dal loro pessimo stato di conservazione è un fatto che non si discute, tuttavia, quando le forme sono riprodotte in modo accurato, quasi calligrafico, l’errore non è più ammesso, spece se l’interpretazione che ne deriva condiziona pesantemente la sostanza dell’opera.
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